POLITICA
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Il M5S e l' U.E.: Cessione di sovranità
Cessione di Sovranità: questo è il quibus culturale-politico a cui dobbiamo dare risposta per capire veramente cosa si vuole fare dell’Europa e come starci. Secondo molti analisti stranieri e italiani, la “cessione di sovranità” sarebbe l'unica soluzione che consentirebbe il rilancio dell'Italia come potenza economica di primo piano, sia a livello europeo che mondiale, servendosi semplicemente di quanto messo a disposizione dall'Unione Europea. A tutt'oggi, infatti, dare una definizione di tale organismo come semplice "integrazione di stati", appare alquanto riduttivo, in quanto esso, sin dall'inizio, si presentò (stiamo parlando sin dagli anni ’50) come un unicum, un caso talmente complesso e particolare, da non poter essere compreso in nessuno dei modelli di integrazione esistenti. Purtroppo, però, l’E.U, per quanto sui generis, non risulta sufficiente alle risoluzione delle varie e diverse problematiche, anche per la “natura propria” dei singoli stati e, oggi, per il periodo critico dei mercati(reali e finanziari) e delle economie mondiali, a garantire stabilità finanziaria ed economica ai suoi stati membri, se questi non si dimostrano disponibili a cedere una parte rilevante della propria autorità. Il processo in questione, tuttavia, va ben oltre il semplice principio di sussidiarietà, contemplato nei trattati, senza dimenticare che la maggior parte delle competenze cedute alle istituzioni dell'Unione, essendo irrevocabili, sono divenute parte propria dell’ente sovranazionale.
E’ chiaro, quindi, che l’ordinamento di un’organizzazione internazionale classica, che riconosce la piena sovranità dello Stato membro, verrà inevitabilmente meno. Ma è altresì evidente che, se l’esigenza ineludibile è quella di avviare un percorso che porterà i paesi dell’Eurozona al trasferimento della sovranità(o parte), perché solo in questa prospettiva hanno senso sia gli interventi in campo finanziario, come la creazione della cosiddetta "Unione Bancaria" o gli Euro-Bills, sia quelli in campo economico, come il "Patto per la crescita in Europa" elaborato dalla Francia, l'Italia dovrà forzatamente adeguarsi a questo processo, anche se, escludendo l'intervento di Napolitano( ricordiamo ad ottobre 2012), il tema tanto temuto della cessione del potere non è stato mai affrontato, in modo serio e concreto, all'interno di una discussione parlamentare. Si presenta, in effetti molto complesso: cedere ad un organo sovranazionale una parte rilevante della propria autorità, significa riconsiderare la propria concezione di tutela dell'indipendenza politica, proprio come quello di salvaguardia delle attività economiche. Ma, soprattutto, implica che la classe dirigente italiana inizi ad occuparsi meno degli interessi particolari, di cui nell'ultimo trentennio è divenuta il paladino, e si decida a guardare all'interesse generale in modo più concreto di quanto abbia mai fatto finora.
Con ciò io ho sempre ritenuto l’Europa non un valore aggiunto, ma il valore da tutelare. E, scusatemi se lo dico apertamente e mi dispiace averlo letto solo qua e là velocemente, non c’entra nulla la svalutazione e la possibilità di ogni singola moneta di potersi svalutare o meno a proprio piacimento: pensate che gli altri stati starebbero a guardare? Ricordate …i dazi , le dogane…messe all’epoca dagli USA e oggi dalla Cina….
Il problema è semmai un altro, considerando che la maggior parte delle leggi che oggi applichiamo vengono approvate in Europa ed ogni singolo Stato poi le integra recependole nel proprio ordinamento, stiamo parlando dell’Europa dei mercati reali o di quella dei mercati finanziari, che sono due entità diametralmente opposte ed inversamente proporzionali per la nostra vita. Io dico che dovremmo impedire alle holding finanziarie, che ricordo “scommettono sul denaro”, di fare speculazioni che si riflettono negativamente poi “solo” sul ceto che è meno protetto. Ma è cosa lunga questa da spiegare in poche righe. Piuttosto che parlare di Europa Sì, Europa No, preferirei dei disegni di legge che impediscano le speculazioni e le operazioni bancarie con profit “spazzatura”(subprime) inclusi, elusi ai meno accorti. Quanti di voi sanno che il crack finanziario degli USA nel 2008 ha interessato anche noi in Italia e soprattutto i Buoni Postali di Tremonti che erano viziati anch’essi dalla Lehman Brothers e che sono stati resi senza gli interessi dovuti e pattuiti inizialmente?
Non c’entra quindi l’Europa. Semmai è ormai evidente la mancanza politica dell’Europa a fronte dello strapotere economico-finanziario- bancario dato alla BCE. Che pur non avendo nulla di politico, “governa” le situazioni degli stati e li condanna, magari, al pagamento dei debiti(ma questo è un altro discorso)insieme al F.M.I e all’U.E. e ci aggiungerei, perché sempre sottratta arbitrariamente, ma onnipresente, la Federal Reserve System(banca centrale USA).
giancarlo vignoli e natale capodiferro
Cessione di Sovranità: questo è il quibus culturale-politico a cui dobbiamo dare risposta per capire veramente cosa si vuole fare dell’Europa e come starci. Secondo molti analisti stranieri e italiani, la “cessione di sovranità” sarebbe l'unica soluzione che consentirebbe il rilancio dell'Italia come potenza economica di primo piano, sia a livello europeo che mondiale, servendosi semplicemente di quanto messo a disposizione dall'Unione Europea. A tutt'oggi, infatti, dare una definizione di tale organismo come semplice "integrazione di stati", appare alquanto riduttivo, in quanto esso, sin dall'inizio, si presentò (stiamo parlando sin dagli anni ’50) come un unicum, un caso talmente complesso e particolare, da non poter essere compreso in nessuno dei modelli di integrazione esistenti. Purtroppo, però, l’E.U, per quanto sui generis, non risulta sufficiente alle risoluzione delle varie e diverse problematiche, anche per la “natura propria” dei singoli stati e, oggi, per il periodo critico dei mercati(reali e finanziari) e delle economie mondiali, a garantire stabilità finanziaria ed economica ai suoi stati membri, se questi non si dimostrano disponibili a cedere una parte rilevante della propria autorità. Il processo in questione, tuttavia, va ben oltre il semplice principio di sussidiarietà, contemplato nei trattati, senza dimenticare che la maggior parte delle competenze cedute alle istituzioni dell'Unione, essendo irrevocabili, sono divenute parte propria dell’ente sovranazionale.
E’ chiaro, quindi, che l’ordinamento di un’organizzazione internazionale classica, che riconosce la piena sovranità dello Stato membro, verrà inevitabilmente meno. Ma è altresì evidente che, se l’esigenza ineludibile è quella di avviare un percorso che porterà i paesi dell’Eurozona al trasferimento della sovranità(o parte), perché solo in questa prospettiva hanno senso sia gli interventi in campo finanziario, come la creazione della cosiddetta "Unione Bancaria" o gli Euro-Bills, sia quelli in campo economico, come il "Patto per la crescita in Europa" elaborato dalla Francia, l'Italia dovrà forzatamente adeguarsi a questo processo, anche se, escludendo l'intervento di Napolitano( ricordiamo ad ottobre 2012), il tema tanto temuto della cessione del potere non è stato mai affrontato, in modo serio e concreto, all'interno di una discussione parlamentare. Si presenta, in effetti molto complesso: cedere ad un organo sovranazionale una parte rilevante della propria autorità, significa riconsiderare la propria concezione di tutela dell'indipendenza politica, proprio come quello di salvaguardia delle attività economiche. Ma, soprattutto, implica che la classe dirigente italiana inizi ad occuparsi meno degli interessi particolari, di cui nell'ultimo trentennio è divenuta il paladino, e si decida a guardare all'interesse generale in modo più concreto di quanto abbia mai fatto finora.
Con ciò io ho sempre ritenuto l’Europa non un valore aggiunto, ma il valore da tutelare. E, scusatemi se lo dico apertamente e mi dispiace averlo letto solo qua e là velocemente, non c’entra nulla la svalutazione e la possibilità di ogni singola moneta di potersi svalutare o meno a proprio piacimento: pensate che gli altri stati starebbero a guardare? Ricordate …i dazi , le dogane…messe all’epoca dagli USA e oggi dalla Cina….
Il problema è semmai un altro, considerando che la maggior parte delle leggi che oggi applichiamo vengono approvate in Europa ed ogni singolo Stato poi le integra recependole nel proprio ordinamento, stiamo parlando dell’Europa dei mercati reali o di quella dei mercati finanziari, che sono due entità diametralmente opposte ed inversamente proporzionali per la nostra vita. Io dico che dovremmo impedire alle holding finanziarie, che ricordo “scommettono sul denaro”, di fare speculazioni che si riflettono negativamente poi “solo” sul ceto che è meno protetto. Ma è cosa lunga questa da spiegare in poche righe. Piuttosto che parlare di Europa Sì, Europa No, preferirei dei disegni di legge che impediscano le speculazioni e le operazioni bancarie con profit “spazzatura”(subprime) inclusi, elusi ai meno accorti. Quanti di voi sanno che il crack finanziario degli USA nel 2008 ha interessato anche noi in Italia e soprattutto i Buoni Postali di Tremonti che erano viziati anch’essi dalla Lehman Brothers e che sono stati resi senza gli interessi dovuti e pattuiti inizialmente?
Non c’entra quindi l’Europa. Semmai è ormai evidente la mancanza politica dell’Europa a fronte dello strapotere economico-finanziario- bancario dato alla BCE. Che pur non avendo nulla di politico, “governa” le situazioni degli stati e li condanna, magari, al pagamento dei debiti(ma questo è un altro discorso)insieme al F.M.I e all’U.E. e ci aggiungerei, perché sempre sottratta arbitrariamente, ma onnipresente, la Federal Reserve System(banca centrale USA).
giancarlo vignoli e natale capodiferro